Dai referendum lettera alla politica

Dai referendum lettera alla politica Riceviamo e pubblichiamo nota di Roberto Sauerborn dal titolo "DAI REFERENDUM, UNA LETTERA ALLA POLITICA" L’esito dei referendum non ha sorpreso nessuno, era ovvio che vincessero i si, per un popolo consapevole non poteva essere altrimenti… L’esito non ha sancito nessun vincitore anzi, al contrario e come dovrebbero capire tutti quei signori che si affannano a sancire la sconfitta di questo o di quello, l’unico grande sconfitto è il popolo; perché costretto a votare per tutelarsi da una politica senza progetto, da un andazzo senza rotta dei partiti e che proprio l’esito referendario ne suggella la fine, meglio, l’inutile e totale incongruenza con la società moderna, questa si. Per i partiti è arrivato il momento di guardarsi dentro e di prendere consapevolezza che i cittadini, i consumatori, hanno deciso di superare proprio la fase dei partiti così come sino ad oggi concepiti: scatole cinesi auto referenzianti e garantiste dei rispettivi proprietari che sono coloro che decidono le candidature, sia a destra che a sinistra passando dal centro. Dice bene, a questo proposito, il responsabile nazionale degli enti locali del PDL, il senatore Nania, quando afferma che “Bisogna rimodularsi. Dare più spazio ai movimenti che rappresentano il territorio e la base quando si vanno a decidere le alleanze e i candidati alle amministrative” e noi siamo d’accordo, in parte. I partiti, presidente Nania, sono anacronistici e Lei, per quello che dichiara, penso che non può non essere d’accordo. Ma, è proprio il sistema di voto e di scelta che non garantisce il cittadino, il consumatore direi meglio. Il consumatore, il cittadino attento (ed oggi è sempre di più costretto ad esserlo), infatti, prima dell’acquisto di un prodotto legge l’etichetta: provenienza, produttore, filiera, ingredienti, scadenza, ecc.ecc.: quando non si tratta di prodotti taroccati, come troppo spesso si scopre. Già, quello che ci preoccupa è il tarocco. Quello che ci viene venduto per qualcosa che non è. E, a pensarci bene, cosa sono le campagne elettorali se non la vendita, spesso, di tarocchi? Che riesce meglio, quando si parla di grandi numeri, dove il candidato esce dal cilindro e viene “incoronato” quale futuribile salvatore della patria… Tutti noi che, in maniera più o meno diretta, abbiamo avuto esperienze con/nei/di partito per onestà non possiamo non affermare che le logiche che ne determinano le scelte (di governo e sottogoverno) non sono mai chiare, trasparenti. I sistemi che riconducono ai voti espressi le scelte degli uomini di governo (e lo sanno coloro che li scelgono) sono pianificati, progettati altrimenti non esisterebbero, non avrebbero motivo, gli stessi partiti, i sindacati, le associazioni, le fondazioni, ecc.ecc. E, questo, è tanto vero quanto spesso vengono nominati uomini e donne a funzioni di governo per meriti altri… E’ vero, in tutto questo sistema qualcuno non pianificato può scappare, ed è il caso dei cosiddetti resti per i quali, però, scoperto il rischio vengono in aiuto le cosiddette liste civetta: risolto! E allora, che fare? Cosa deve pretendere il popolo per non continuare ad essere circuito? E’ fondamentale cambiare la legge elettorale, ma non solo. E’, altrettanto fondamentale, se non di più, che le elezioni in tutte le regioni si celebrino contemporaneamente al di là del sistema di voto (che deve essere però uguale per camera e senato) che sia maggioritario, proporzionale, con lo sbarramento, ecc.ecc. Infatti, sono i giochi legati agli equilibri territoriali diacronici che determinano le scelte di governo nazionale, regionale, provinciale, ecc.. Le elezioni in contemporanea e con lo stesso sistema a tutti i livelli, consentirebbe/costringerebbe i signori delle liste di preoccuparsi maggiormente dei territori ché delle poltrone da spartire secondo logiche Cencelli. La contemporaneità, svincolerebbe i territori, gli elettori, dal ricatto della schedina. Cosa vuol dire? I fatti di questi giorni lo hanno messo in luce. Le partite, i risultati sono decisi a tavolino il relazione alle scommesse. Ebbene, la logica dei partiti è la stessa. I risultati sono decisi a tavolino: questa regione è rossa, questa è nera, ecc. ecc. Ed ancora, se il sindaco di, p.e. Palermo, va al centro destra e nello specifico a questo partito, allora il presidente della provincia va a quest’altro partito. Ma se, quella città è di tizio (partito) allora quella deve essere di caio (partito). E così per le regioni. Sembra assurdo? Beh! Alla luce di quello che avviene per la schedina non credo! E il popolo? Ma, il popolo non è sovrano? Certo che lo è. E’ sovrano di votare ciò che gli viene detto: liste pronte con i candidati già scelti da qualcuno. Le primarie devono fare parte del sistema elettorale e celebrate contemporaneamente a destra e a sinistra: anacronistica anche questa distinzione, con tutto il rispetto per chi ha scritto fiumi di inchiostro sull’argomento, ma ognuno si muove come e dove meglio crede: “sono i partiti che ruotano attorno a me” è una frase che ho sentito anni fa da un deputato e che subito non avevo, ancora, capito... Oggi, si deve parlare di libertà, ambiente, diritti, salute, lavoro altro che destra e sinistra, per non parlare del centro… Vedremo, se dai fiumi di parole di questi giorni scaturirà una grande riforma: tutti dimessi e palla al centro ma con regole nuove e veramente partecipative, democratiche ma con una guida chiara e a forte valenza nazionale. Beh! In fondo, noi la soluzione non siamo chiamati a trovarla anche se potremmo suggerirla, ma a chi? Cordialmente Roberto Sauerborn Già consigliere alla Provincia Regionale di Messina

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 6/14/2011

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