Centrismo e berlusconismo

Si ri-profila un asse centrista che potrebbe prendere le distanze dal Pdl siciliano. Come al solito. Quel che è accaduto alla vigilia della scelta del candidato alla presidenza della Regione, con l’accordo Mpa-Udc a dispetto di quel che qualcuno voleva e pensava in Forza Italia, è all’orizzonte. Il Pdl ha fatto i suoi passi nell’indicazione di candidati per le elezioni amministrative, senza attendere il tavolo della trattativa e quello delle compensazioni. Così prima l’Udc e poi l’Mpa scendono sul piede di guerra. Tutto esplode a Messina, città simbolo delle incomprensioni e delle difficoltà a conciliare volontà e voglie dei partiti del centrodestra. L’Udc lì vorrebbe far pesare i numeri di Giampiero D’Alia, An ha da rimettere in carreggiata Buzzanca che è pur sempre uno che ha già vinto e rivinto nel Messinese, l’Mpa ricorda che ha già saputo far perdere la Cdl quando fu imposta la candidatura di Ragno. Risultato finale: tutti dicono che, a questo punto, potrebbero andare anche separati al primo turno. E se salta Messina, saltano molte altre. A cominciare da Catania, dove è attorno a una candidatura unica che sembra si possa coagulare la grande alleanza che comprenderebbe anche le liste civiche di Nello Musumeci. In caso di truppe sparse, con l’Mpa pronto a candidare Pistorio al Comune e Leanza alla Provincia, magari chiudendo una bella intesa con l’Udc e trovando un candidato unico per una delle due poltrone, allora tutti soli, con Musumeci che si presenta forte di quel sondaggio che lo vuole, con Bianco, sempre nel cuore dei catanesi. Insomma tempi duri, mentre si deve formare il governo regionale d’amore e d’accordo, torna il retrogusto di un marcato centrismo che vuole arginare la deriva berlusconista che potrebbe investire anche gli enti locali. Questione tutta interna al centrodestra, si capisce. E forse nel centrosinistra qualcuno comincia a intravedere un fascio di luce in fondo al tunnel.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 5/9/2008