Capolavori che ritornano

Centocinquanta opere di grandi maestri delle collezioni del Gruppo Banca Popolare di Vicenza sono esposti a Palazzo Ruspoli in una grande mostra intitolata "Capolavori che ritornano" . La novità consiste nell'aver individuato alcuni momenti pittorici salienti – per livello e per firma - ai quali, autore per autore, sono accostate opere provenienti da grandi musei. La Madonna col Bambino di Bartolomeo Montagna, assisa su un trono di marmi policromi, riccamente decorato, tiene un libro, allusione alla scrittura che profetizzava l'avvento di Cristo, mentre il Bambino accenna una carezza al volto materno. È una tavola realizzata a Vicenza sul finire del '400, acquisita nel 1997 dalla Banca Popolare di Vicenza. Primo di una lunga serie di dipinti che fanno parte di un progetto culturale ambizioso: recuperare in ogni parte del mondo i capolavori dispersi della pittura veneta. "Capolavori che ritornano" per ricostituire il tessuto, il mosaico delle correnti stilistiche, delle reciproche influenze tra artisti, del vivo contrasto territoriale della pittura veneta del Quattro-Cinquecento. Capolavori tornati a Vicenza da Spagna, Francia, Austria, Inghilterra e Stati Uniti, ritrovati in collezioni private, sul mercato antiquario e nelle aste internazionali. In mostra un Tintoretto, il bel Ritratto di gentiluomo con cappa bordata di ermellino, un consistente gruppo di tele di Jacopo, Francesco e Leandro Bassano, tra cui un capolavoro come La Madonna col bambino e S. Giovannino, un Giandomenico Tiepolo con una Testa di vecchio orientale. E ancora importanti opere di Francesco Maffei, il maggiore pittore vicentino e veneto del '600, e del conterraneo di Giulio Carponi, di carattere allegorico e mitologico: Allegoria dell'Estate, Diana e Endimione, il Ratto di Deianira. Il progetto "Capolavori che ritornano" è stato esteso in Toscana con la Cassa di Risparmio di Prato e in Sicilia con Banca Nuova. La Collezione della Cariprato ha salvaguardato i capolavori di origine diversa databili dal Tre al Novecento. In mostra, la bellissima Madonna di Filippo Lippi, pittore chiave del Rinascimento del quale il Vasari ha scritto: "introdusse negli altri artefici moderni il modo di dare grandezza alla maniera di oggi". L'Universo figurativo di Filippo Lippi rappresenta in pieno l'immagine stessa del '400 Toscano. Della collezione di Prato, negli spazi della Fondazione Memmo, anche La Crocifissione di Giovanni Bellini ed una emozionante e commovente Incoronazione di spine del Caravaggio. La mostra si impronta a criteri cronologici, i dipinti sono disposti per scuola e per datazione: dal Tre al Cinquecento toscano, dal Quattro al Cinquecento veneto. Il suggello del percorso espositivo è costituito dall'allestimento di una quadreria 'virtuale', relativo al Sei e al Settecento, per le aree veneta e toscana. Il metodo comparativo ha qui suggestiva conferma soprattutto dove si è riusciti a reperire e ad ottenere in prestito i disegni preparatori di alcuni importanti dipinti. La degna conclusione del percorso trova in opere dell'Ottocento e del primo Novecento una tappa particolarmente suggestiva il cui preambolo è costituito da una sorte di pantheon di sculture in cui primeggiano importanti marmi del Bartolini – il più vicino al maestro tra gli allievi del Canova - affiancate da un celebre busto di Calliope di Antonio Canova, proveniente da Palazzo Pitti. I capolavori si possono ammirare a Palazzo Ruspoli fino al 15 giugno.

, a cura di Daniela Bruzzone

Data notizia: 5/15/2008

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