Milazzo piange il pilota Sergio Torre

Gazzetta del Sud Giovanni Petrungaro MILAZZO Un altro ragazzo d'oro di Milazzo che perde la vita in un incidente aereo. Poco più di un anno fa, nella tragedia di Giammoro, la città del Capo pianse la scomparsa di Davide Taranto e Pippo Adige, ieri è toccato a Sergio Torre,perire a 44 anni. Anche in questo caso una disgrazia del cielo, l'elicottero che si schianta al suolo. Stavolta a differenza di quanto avvenuto a Giammoro, nel piazzale dell'ex Cometra, ci sono stati dei sopravvissuti, ma lui, Sergio, non ce l'ha fatta, rimasto schiacciato dallo stesso velivolo. La notizia della sua morte è arrivata quasi subito a Milazzo ed è toccato alle forze dell'ordine informare i familiari. Sergio infatti, dopo una storia finita male, era tornato a vivere con la mamma Maria, insegnante in pensione. Dopo la morte del padre, titolare di un negozio di abbigliamento nel centro di Milazzo, era lui l'uomo di casa (un altro fratello lavora fuori Milazzo). Gli amici lo ricordano come una persona solare, buona, sempre disponibile. Era uno dei migliori piloti del 118, ma non ne faceva un vanto. Per lui pilotare l'elicottero era un lavoro e a coloro che sorridendo lo chiamano "comandante" rispondeva che preferiva essere chiamato col suo nome di battesimo. «Ricordiamo il suo sorriso e il suo altruismo – hanno affermato costernarti alcuni amici del Borgo – e quando era di riposo a Milazzo, trascorreva le sue giornate nell'isola pedonale di via Medici, raccontando a volte le sue esperienze a bordo dei numerosi elicotteri che aveva pilotato con grande preparazione e bravura». «Era bravo e non riusciamo a spiegarci come sia potuto accadere – aggiungono alcune amiche – speriamo che verrà fuori la verità, la causa di questa disgrazia, anche se nessuno potrà più restituirci Sergio». Il pilota milazzese, in realtà aveva ottenuto, sempre con il massimo dei voti, tutti i tipi di brevetto e, per questo sovente, in passato era stato chiamato anche all'estero, dove aveva ben fatto figurare l'aviazione italiana. A bordo dell'elicottero del 118 in molte occasioni era l'amico in più dei pazienti che doveva trasportare. Li rassicurava e in più occasioni, ha dovuto mettere in atto tutta la sua bravura per consentire il trasferimento di persone in pericolo di vita nei vari ospedali. E quando veniva a sapere che il paziente grazie a quel trasferimento era riuscito a salvarsi era l'uomo più felice del mondo. Anche ieri era partito per salvare l'ennesima vita. Il destino, crudele e beffardo si è però preso la sua.

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 11/10/2011

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