Gazzetta del Sud
Leonardo Orlando
Barcellona
Il territorio di Barcellona Pozzo di Gotto sta mostrando tutte le fragilità rimaste fino ad oggi latenti. Col passare delle ore aumentano i rischi di nuove emergenze ambientali e non cessa il pericolo di ulteriori dissesti dalle colline. Ieri pomeriggio due nuove ordinanze di sgombero sono state eseguite per altrettante famiglie della frazione Migliardo che hanno dovuto lasciare le loro case. Per stamani, con arrivo alle 8,30, è stata annunciata la visita in città del presidente della Regione Raffaele Lombardo che incontrerà in Municipio il sindaco Candeloro Nania per fare il punto sull'emergenza.
In città manca ancora l'acqua e – come annunciato dal sindaco – il guasto delle condutture, già individuato, dovrebbe essere riparato entro oggi, almeno così sperano tutti. Al lavoro i 120 militari del Quinto Reggimento fanteria Aosta, assieme ai colleghi del Quarto Reggimento Genio guastatori di Palermo, che ieri hanno ricevuto la visita del generale Gualtiero Mario De Cicco. I soldati sono impegnati anche nella difficile rimozione dei detriti intrappolati nel tratto interrato del torrente Longano. I profughi di Migliardo stanno invece vivendo disagi infiniti, specie le famiglie (in tutto quasi 30 persone) ospitate nelle tre aule della vecchia scuola elementare da anni chiusa e utilizzata solo per le saltuarie messe. Gli sfollati solo ieri hanno ricevuto le coperte fornite dalla responsabile locale della Croce rossa, che ha potuto raggiungere la località solo grazie ai fuoristrada messi a disposizione dai volontari dei Lupi del Patrì. Nella scuola manca l'acqua per i servizi igienici, non ci sono i riscaldamenti e non si possono accendere le stufe elettriche perché la potenza dell'energia è insufficiente. Per riscaldarsi i profughi dell'alluvione, la sera, accendono il fuoco davanti al plesso.
Il freddo è patito anche dai 25 sfollati ricoverati nel centro vacanze Cantoni nei cui bungalow non hanno trovato coperte né stufe. «Abbiamo dovuto lasciare le case alle 2,30 di notte – racconta Maria Tindara che assiste i nonni – chi col solo pigiama o con gli abiti che indossava e, da quella notte in cui siamo arrivati nel campeggio, non abbiamo visto nessuno. Ci avevano promesso di riportarci a casa di giorno per prendere dei vestiti e gli oggetti di cui abbiamo necessità, e invece si sono dimenticati di noi. Qui forniscono pranzo e cena e nulla di più. Non è un albergo. Abbiamo trovato solo lenzuoli e copriletto. Oltre alle coperte non abbiamo nemmeno l'acqua e la carta igienica e, se non fosse stato per i conoscenti a cui siamo stati costretti a rivolgerci per farci aiutare, non avremmo avuto né le coperte, nemmeno il latte per la colazione degli anziani e soprattutto le medicine».
Anche Maria Laura racconta: «Abbiamo avuto il conforto di tante persone, anche il parroco di gala don Salvatore Milone ha reso visita a tutti noi, ma dal Comune non abbiamo visto nessuno e siamo rimasti qui con i vestiti che abbiamo addosso». Ieri, dopo l'intervento del dirigente del commissariato, il vicequestore Mario Ceraolo che ha avvertito il sindaco dei disagi vissuti dagli sfollati, qualcosa è cambiato. Nel pomeriggio verso le 16 a Cantoni la Croce rossa ha portato l'acqua, il latte, i biscotti, i succhi di frutta e si è impegnata – prendendo la lista – a fornire gli anziani le medicine di cui hanno bisogno. In mattinata una signora che aveva donato una cassa di latte alla Croce Rossa, avendo saputo che gli sfollati di Migliardo ne erano sprovvisti, ha preteso la restituzione del latte e l'ha consegnato lei personalmente a quanti sono ospitati nella struttura balneare. Della mancanza di un coordinamento degli interventi e della distribuzione degli aiuti, si sono accorti anche gli operatori della stessa Croce rossa che da ieri ha deciso di fare da sé inviando viveri e aiuti – grazie solo ai fuoristrada messi a disposizione da Pippo Furnari – da Migliardo, fino a alla martoriata Pozzo Perla i cui abitanti hanno ancora il fango nelle case.
Stessa cosa hanno fatto i giovani che da ieri hanno deciso di autogestirsi, cercando – come spiega Eugenia Bavastrelli – «un proprio coordinamento. Abbiamo visto le difficoltà e ci siamo rimboccati le maniche. Dal sindaco abbiamo avuto concessa una stanza dove riceviamo le richieste per spalare il fango». Ragazzi e ragazze ieri sembravano più motivati perché responsabilizzati. A pieno regime la Protezione civile, coordinata da Claudio Bartolotta, che ha allestito il campo nella palestra Aia Scarpaci e che ha ricevuto soccorritori da tutte le provincie.
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 11/27/2011
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