Rifiuti, troppi costi per lo smaltimento

Gazzetta del Sud Palermo- Rifiuti. Stop a perdite di tempo, recriminazioni e indecisioni se la Sicilia non vuol fare la fine di Napoli. A sollecitare l'accelerazione delle procedure per la realizzazione dei termovalorizzatori è, questa volta, la sezione di controllo della Corte dei Conti per la Regione siciliana che, appena qualche mese addietro, aveva duramente criticato il Piano rifiuti dell'allora presidente della Regione Totò Cuffaro. La sollecitazione, peraltro, discende dalla considerazione che l'attuale sistema di smaltimento rifiuti in Sicilia costa molto, troppo. E non è idoneo «a risolvere i nodi cruciali del settore». Meglio, pertanto, passare subito ai termovalorizzatori, «pur costosi, ma sovvenzionati, anche al fine di trasformare i rifiuti in energia, ottenendo un duplice vantaggio». Per la Corte dei Conti, inoltre, bisogna accelerare i tempi sulle discariche. Occorre «individuarne e autorizzarne più speditamente di nuove, senza farsi rallentare da opposizioni ideologiche», tanto più che in Sicilia «la situazione della gestione dei rifiuti è assai precaria, sia in relazione a quelli urbani, sia per quelli speciali e pericolosi».Sotto accusa, in particolare, i 27 Ato, che qualche giorno addietro il presidente della Regione Raffaele Lombardo ha ridotto a nove. Ma non basta, perché, nel frattempo, è notevolmente aumentato il costo del personale, sia quello transitato dai Comuni agli Ato, sia quello trasformato da precario in stabile. «Il contratto applicato dagli Enti locali - si spiega nella nota della Corte dei Conti - prevedeva 13 mensilità da 1299 euro; quello degli Ato, su input della Regione, prevede 14 mensilità da 1451 euro, con un costo maggiore di 4 mila euro, cioè il 30 per cento in più». I magistrati contabili ricordano, quindi, che un precario, un lavoratore Asu in servizio presso i comuni aveva un costo medio di 500 euro mensili, cioè seimila euro l'anno. Lo stesso lavoratore, transitato negli Ato e stabilizzato, comporta un costo di 40 mila euro l'anno. Non solo, il numero di questi lavoratori è eccessivo e la "produzione" di ciascuno di loro è ritenuta decisamente bassa. Pertanto, bisogna invertire il trend, considerato che le società di gestione degli Ato «non sembrano votate a una sana gestione aziendale e sono prive di qualsivoglia esperienza professionale e gestionale».Per parte loro, Cgil, Legambiente, Wvf e Italia Nostra siciliane hanno scritto al presidente della Regione Raffaele Lombardo e al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo per sollecitare un "tavolo" per affrontare il problema dei rifiuti, «prima che la situazione diventi difficile». Sindacalisti e organizzazioni ambientaliste, in particolare, chiedono con urgenza «un nuovo piano regionale che attui una corretta gestione integrata del ciclo rifiuti». Inoltre, danno atto a Lombardo del suo impegno per la soluzione del problema, manifestato in campagna elettorale e confermato con la firma del decreto per la riduzione degli Ato e la contestuale affermazione circa l'esigenza di rifare le gare per i termovalorizzatori. A Stefania Prestigiacomo, invece, segnalano le preoccupazioni destate dalle sue parole circa i ritardi nella costruzione dei termovalorizzatori che «rischiano - sostengono sindacalisti e ambientalisti - di condurre la nostra isola ad una situazione simile a quella della Campania. La vera questione è riscrivere il piano regionale dei rifiuti, visto che l'ultimo ha prodotto ben pochi risultati perché non incentrato su riduzione, riuso, riciclo e recupero dei materiali, nel rispetto della normativa europea, nazionale e regionale del settore, ma sull'uso eccessivo dell'incenerimento. (m.c.)

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 5/28/2008