La scrittrice Daniela Giuffrè e il suo “Game Over”: ora basta con calcio truccato 2° Parte

Come è stata accolta dai suoi concittadini durante la presentazione? Grande partecipazione per un libro che, per la tematica trattata, il complesso mondo del calcio ed i suoi retroscena appunto, è capace di interessare una vasta fetta di pubblico?
I miei concittadini hanno ascoltato con molta attenzione e interagito col panel. Ho voluto una presentazione fortemente partecipativa, coinvolgendo anche il pubblico nella discussione. Questa é una tematica che non può essere affrontata facendo sì che sia solo uno a parlare e gli altri ad ascoltare. Semmai sono stata un po’ delusa dal fatto che la Ludica liparese, pur se invitata, non abbia partecipato, né il management, né i giovani giocatori. Ecco, erano loro che più fortemente avrei voluto nel pubblico, perché sono loro, gli sportivi, i grandi protagonisti del mio libro.

Come è nata l’idea di scrivere questo libro? È legato ad un aneddoto in particolare o deriva dalla voglia di far luce e rendere chiari ai più i retroscena del mondo calcistico?
L’idea è nata una sera in una pizzeria pisana, dove il mio amico Antonio Scuglia, me e le nostre famiglie chiacchieravamo attorno a una capricciosa circa l’ultimo scandalo avvenuto nel calcio. Ci siamo detti che bisognava fare qualcosa e noi, entrambi, avevamo le giuste conoscenze per mettere nero su bianco quello che veramente é questo fenomeno. Non come esso appare sui media ma per quello che veramente è, oramai nelle mani di affaristi delle scommesse e un buon business per la criminalità. A volte i calciatori o gli arbitri paradossalmente appaiono quasi come vittime del gioco sporco. Hanno le loro colpe certo, ma spesso sono gli unici a pagare. I pesci grossi spariscono. Ma se un fenomeno viene studiato e spiegato allora puo’ essere efficacemente combattuto, in primis con la prevenzione.

di Carmen Peluso

Data notizia: 8/12/2016