L’idea di far partecipare al progetto alcuni atenei italiani rappresenta nel contempo un modo per avvicinare gli aspiranti architetti alla salvaguardia delle bellezze naturali che caratterizzano il territorio?
Il workshop è aperto, infatti, a tutti gli studenti ed architetti interessati al tema. Chi intraprende questo mestiere con passione e amore non può non avere già una spiccata sensibilità per la salvaguardia di bellezze naturali come quelle straordinarie delle cave di pomice.
All’evento saranno presenti docenti non solo italiani ma anche di portata internazionale, provenienti alla Westminster University di Londra e dalla Chambers University of Göteborg. Una ventata di internazionalità da respirare durante i lavori e da cui trarre spunto per la riqualificazione dell’area o la loro visione risulta distante dal modo di operare italiano?
Non esistono confini geografici ma solo la buona architettura, il linguaggio è universale, confrontarsi con docenti stranieri servirà come ulteriore stimolo. In architettura la cosa più importante è avere una visone futura, immaginare come quel luogo possa tornare a vibrare meglio di prima. La condivisione con tutors stranieri potrà solo arricchire il progetto.
di Carmen Peluso
contributo fotografico di Francesco Ricca
Data notizia: 9/17/2016
dalla nostra Daniela Bruzzone
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