Tribunale, si è insediato il nuovo Presidente

Gazzetta del Sud Leonardo Orlando BARCELLONA- Il presidente del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, Giuseppe Armando Leanza 69 anni, in magistratura dal 1965 con 43 anni di servizio, nominato nello scorso luglio dal Csm ai vertici degli uffici giudiziari della Città del Longano, si è insediato nel suo nuovo incarico ieri mattino giurando dinanzi ai giudici Donica Mandalà, Gianluca Grasso, Paolo Corda e al Procuratore della Repubblica Salvatore De Luca. Concluse le formalità dell'immissione in possesso dell'ufficio, il nuovo presidente Armando Leanza è stato accolto dal saluto del primo presidente della Corte d'appello del distretto giudiziario di Messina Nicolò Fazio, del Procuratore generale della Corte d'appello Franco Cassata e de Procuratore della Repubblica di Barcellona Salvatore De Luca. Agli interventi di saluto e di benvenuto dei magistrati sono seguiti quelli del presidente dell'Ordine degli avvocati del foro di Barcellona, avv. Francesco Russo, del presidente della Camera penale avv. Giuseppe Lo Presti e del coordinatore dei Giudici di pace di Barcellona Enzo La Torre.Alla cerimonia era presenti il presidente del Tribunale di Patti, Armando Lanza Volpe, che fino alla scorsa primavera era stato ai vertici del Tribunale di Barcellona e il sindaco Candeloro Nania. Il presidente Leanza, nel ringraziare i colleghi magistrati ed i rappresentati dell'avvocatura, nel suo intervento ha evidenziato il ruolo di servizio del cittadino del magistrato, sottolineando anche che la terminologia burocratica utilizzata per descrivere l'atto d'insediamento che parla di "immissione in possesso", come fosse una mera manifestazione del potere, «non coglie appieno il significato della funzione del magistrato. Si dovrebbe invece utilizzare una più semplice terminologia e parlare di "assunzione del servizio". Il giudice – ha aggiunto il presidente Leanza – non deve mai dimenticare che dietro ad ogni fascicolo esiste una persona ga giudicare, con le sue debolezze, le sue virtù, i suoi difetti». Leanza ha poi accennato ai tempi della giustizia che spesso non rispondono alle esigenze di un paese civile. Tuttavia, seppur in un clima di sfiducia generalizzata, sono tanti i cittadini che si rivolgono alla Giustizia e spesso in tanti chiedono che essa supplisca a mancanze e competenze non proprie. Il più delle volte negli ultimi anni le leggi sono frutto di compromessi politici tanto da diventare di difficile interpretazione per lo stesso magistrato. Nel contempo, il presidente ha sottolineato come spesso la funzione del magistrato subiscano aspri attacchi da chi, rappresentando le istituzioni, dovrebbe invece tutelarne la stessa funzione. Il dottor Armando Leanza, nel ribadire la stima professionale per i penalisti di Barcellona, ha rivolto un'attenzione particolare all'Avvocatura «della quale – ha detto – ho profondo rispetto, tanto da pretendere uguale rispetto per l'ufficio che ho rappresentato, per i funzionari e per i colleghi che mi sono stati accanto nella sezione penale della Corte d'Appello». In precedenza nel suo intervento di saluto, il primo presidente della Corte d'Appello Nicolò Fazio, aveva detto che la Corte d'appello perde un pilastro, tanto che è riuscito a portare con la sua forza straordinaria e con la sua capacità a portare la sezione da lui presieduta ai vertici delle statistiche nazionali per funzionalità. «Oggi – ha detto Fazio rivolto a leanza – sono combattuto da sentimenti contrastanti: di compiacimento per l'incarico direttivo e allo stesso tempo di rammarico per aver perso un punto di forza e di riferimento».

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 11/28/2008