Lipari, acqua piovana gettata via

Lipari, acqua piovana gettata via Lipari- Per quasi cinque lustri, a partire dalla metà degli anni 60 fino ai primi anni '90, con i suoi tre serbatoi della portata complessiva di 33 mila mc il piano di accumulo di acqua piovana di Monte S.Angelo rappresentava a tutti gli effetti, nonostante dipendesse dal cielo, la riserva idrica delle zone alte di Lipari. La densità delle popolazioni di Pianoconte, Quattropani e Acquacalda e quindi i consumi non erano sicuramente quelli di oggi ma un fatto era certo: nelle frazioni l'acqua non mancava mai, in particolare per l'irrigazione delle coltivazioni. Pratica che, da sola ne richiedeva un non indifferente quantitativo di una risorsa gratuita alla fonte e sempre disponibile. Nonostante l'arrivo di quelle navi cisterna per le quali com'è noto, da un anno, periodicamente, scatta l'allarme sul possibile stop degli arrivi perchè il Ministero delle Difesa fatica a reperire i fondi (14 milioni di euro annuali solo per le Eolie) per l'approvvigionamento idrico di tutte le isole minori siciliane. E quindi per tenere in piedi, in assenza , sia chiaro, di alternative ritenute valide, il business della società di trasporto, la Vemar -Marnavi. Acqua, quella scaricata dalla navi, e ripartita dalla Regione, che va ricordato, allo stato costa 10 euro al mc. Ma nell'isola c'è anche il dissalatore al quale il comune riconosce circa 6 euro per ogni metro cubo di acqua desalinizzata immessa nelle condotte. Di fronte alla necessità di avere sempre una riserva idrica in loco per consentire, quantomeno agli utenti delle zone alte di Lipari, di non accusare particolari problemi e ai costi sostenuti dal Ministero della Difesa che, secondo stime, a Lipari potrebbe risparmiare almeno 20 mila mc d'acqua all'anno ( proprio con il quantitativo medio garantito dall'accumulo delle acque piovane) e cioè 200 mila euro, appare evidente come occorra eliminare questo spreco di denaro pubblico. Come? Investendo, possibilmente, parte di questo denaro in tutte le opere di ristrutturazione e di collocazione di un potabilizzatore idrico proprio nel piano di accumulo di Monte Sant'Angelo. Struttura che, in caso di emergenza, rifornirebbe tre frazioni. Circa due mila abitanti. Sempre a proposito di acqua, il comune di Lipari attraverso, il dirigente Nico Russo è tornato a chiedere all'Eas , ente in liquidazione, la gestione delle reti idriche. Ciò nonostante da tre anni lo stesso Comune abbia evidenti problemi nella gestione dell'ufficio preposto e nella bollettazione agli utenti.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 10/24/2007

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