Riceviamo da Massimo Favaloro di Clio Project Italia e pubblichiamo:
Dissalatori, un po’ di chiarezza...........
Le Isole Eolie costituiscono un sito climatico e socio-economico molto rappresentativo nel contesto mondiale, la grave carenza idrica, e la crescente richiesta, necessita soluzioni mirate all'aspetto territoriale, è necessario uno studio, elaborato sulla base di analisi tecnico-economiche, al fine di fornire i quantitativi d’acqua necessari per uso potabile. Sono state indicate soluzioni economiche di desalinizzazione dell'acqua marina, al fine di assicurare, a regime, almeno 8.500 m3/giorno d’acqua, idonea all’uso potabile mediante impianti che utilizzano la tecnologia ad Osmosi inversa, tecnologia che lo scrivente ritiene con convinzione tecnica, una delle soluzioni possibili, anche nell’ipotesi che un soggetto privato si faccia carico dell’iniziativa (costruzione e gestione).
Produrre acqua potabile dal mare diventa un’operazione relativamente semplice ed economica se vengono impiegate tecnologie pulite, come quelle separative a membrana, già largamente consigliate dall’EPA (Environmental Protection Agency) ed applicate su grandi scale produttive.
Queste tecnologie (ultrafiltrazione, microfiltrazione, nanofiltrazione ed osmosi inversa) si caratterizzano per un’altissima efficienza separativa (a livello molecolare), consentono il recupero delle correnti separate (permeato e concentrato), operano a temperatura ambiente ed hanno costi energetici contenuti se costruiti con l'ausilio di una centrale elettrica dedicata.Desalinizzare 8500 m3/giorno, comporta un consumo elettrico (dei soli moduli) di 2,5 Kwh*m3, per un totale di 21.250 Kw/giorno, 885,42 Kwh ( dati presunti), se a questi andiamo a sommare i consumi elettrici delle varie pompe d’adduzione (in virtù della lunghezza/linea d'approvvigionamento dell'acqua marina), reimmissione in mare della salamoia e pompaggio acqua potabile, le cifre del consumo elettrico diventano "folli", considerando altresì, che il permeato (acqua potabilizzata) è il 35% di quella prelevata in mare, quindi, per potabilizzare 8500 m3 bisogna prelevarne dal mare 25.500 m3/giorno e reimmettere sotto forma di salamoia 17.000 m3/giorno, salamoia altamente inquinante, che, se non opportunamente distribuita previo uno studio delle correnti marine, ha un impatto devastante sul plancton e sui fondali marini nonché sui cambiamenti e le mutazioni prodotti nell'ecosistema nella reimmissione in mare.Le isole hanno una significativa disponibilità di fonti rinnovabili, sia per quanto riguarda il solare termico e fotovoltaico, sia per la produzione d’energia eolica, con una ventosità elevata e sufficientemente costante dei siti marini, Nelle Isole Eolie, le tecnologie per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili potrebbero dare una risposta concreta alla soluzione di problemi non solo per la fornitura d’energia elettrica ma anche per l'approvvigionamento idrico con lo sviluppo di sistemi integrati di tipo poligenerativo. La poligenerazione è una risposta efficace alla copertura dei diversi fabbisogni di un'isola: i reflui termici derivanti dai sistemi di generazione elettrica possono essere impiegati per la dissalazione dell'acqua di mare. Purtroppo sole e vento sono per loro natura fonti discontinue, perché seguono le variazioni delle condizioni climatiche. È quindi necessario, per garantire l'autosufficienza delle isole. Una via praticabile invece, non ancora adeguatamente industrializzata ma promettente, è l'accumulo energetico attraverso l'idrogeno. Nell'attesa che si sviluppi una tecnologia per la sua produzione diretta da fonte solare, l'idrogeno deve essere prodotto per elettrolisi sfruttando l'elettricità generata da fonti rinnovabili. L'accumulo può essere fatto in pressione sotto forma gassosa o «solida» intrappolando l'idrogeno in idruri metallici. Il gas comunque accumulato può essere usato poi quando serve per produrre elettricità in maniera pulita impiegando celle a combustibile. L'accumulo d’idrogeno a bassa pressione con gli idruri, è un'importante novità rispetto allo stoccaggio gassoso che avviene a pressioni molto elevate e consente una maggiore sicurezza e un minore consumo energetico. Gli idruri sono leghe di magnesio, ferro o lantanio con all'interno composti a base di nichel,vanadio, titanio, cromo, terre rare in grado di assorbire idrogeno nello spazio interatomico e di liberarlo quando è necessario attraverso modeste variazioni di pressione e temperatura.Quali soluzioni? L’Installazione d’impianti solari fotovoltaici e termici, presso le utenze a maggior consumo (hotel, strutture pubbliche, strutture ospedaliere, ecc.), impianti fotovoltaici e termici ad uso domestico (conto energia), mini impianti eolici per l'autoconsumo della pubblica illuminazione e per le piccole comunità (scambio sul posto), risparmio energetico nella pubblica illuminazione (lampade Led, rifasamento e telecontrollo) ecc. ecc., queste soluzioni create allo scopo di autoconsumare o vendere l’energia prodotta,eviterebbero parte della distribuzione tramite l’immissione in rete dell’energia centralizzata e consentirebbero, inoltre, un’ottimizzazione della produzione di energia.
Pr. M. Massimo Favaloro
Clio Project Italy
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 5/8/2009
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