Sospesi dal Pdl i tre ribelli

Gazzetta del Sud Michele Cimino PALERMO- Sospesi dal Pdl Titti Bufardeci, Michele Cimino e Luigi Gentile, i tre deputati che hanno accettato di restare in giunta con Raffaele Lombardo. Il provvedimento adottato dal "coordinamento nazionale" composto da Sandro Bondi, Denis Verdini e Ignazio La Russa. Il provvedimento, ha spiegato il capogruppo del Pdl all'Ars Innocenzo Leontini, è stato adottato su richiesta dei coordinatori regionali Giuseppe Castiglione e Domenico Nania anche per "la particolare delicatezza del momento, la gravità del comportamento e l'urgenza di dare una risposta anche per il disorientamento provocato nel partito a pochi giorni dalle elezioni". "Continuiamo a sentirci – hanno replicato i tre "ribelli" - appartenenti al Popolo delle Libertà, il partito al quale abbiamo dedicato e dedicheremo la nostra passione e la nostra dedizione. In questo scorcio finale di campagna elettorale, per il rinnovo del Parlamento Europeo, saremo impegnatissimi, come lo siamo stati sino ad ora, a favore del nostro leader, il presidente Silvio Berlusconi. A lui chiediamo di dedicarsi di più alla Sicilia, sia in termini di azioni di governo, sia sotto il profilo delle questioni politiche". Berlusconi, a sua volta, interrogato in proposito nel corso di una trasmissione televisiva, ha dichiarato: "Confesso che non ho seguito questa vicenda da vicino proprio perché impegnato con il G8 e il terremoto. Si tratta di questioni locali e di dissensi personali che si elimineranno con nuove persone capaci di fare le riforme necessarie, sempre nell'ambito del centrodestra e del Popolo della libertà". Il Pdl, intanto, presenterà all'Ars una mozione di censura al governo Lombardo in aggiunta all'ordine del giorno che sarà presentato nel corso della seduta straordinaria di giovedì dall'Udc. "Gli esponenti del Pdl che non voteranno la mozione di censura al governo Lombardo - ha avvertito Leontini - saranno sospesi". "In Aula - ha aggiunto - ribadiremo la nostra posizione, cioè che non riconosciamo il loro ruolo. Assumeremo una posizione ostile contro la ricomposta giunta e chi vi ha aderito". E, rivolto a Lombardo, ha sottolineato: "Gli suggeriamo di fermarsi e di ripristinare la coalizione così come è stata votata dai cittadini. Dopo le Europee, quindi, bisognerebbe rilanciare l'attività di governo e il programma, attraverso la ricomposizione di una nuova giunta. Martedì, a Catania - ha detto ancora Leontini - ci sarà un incontro con i tre coordinatori nazionali. A questo punto attendiamo dai tre assessori una sospensione della loro appartenenza alla giunta e, quindi, un azzeramento, per poi, dopo le elezioni, all'interno del partito, ma anche della coalizione, procedere secondo i criteri della collegialità. Criteri - ha precisato - disattesi dall'iniziativa del presidente Lombardo che ha ricomposto la giunta dopo una trattativa privata con spezzoni di partiti, mortificando la coalizione". Per parte sua il segretario regionale dell'Udc Saverio Romano è necessario che "Lombardo onori il ruolo che il popolo siciliano gli ha assegnato attraverso i parlamentari che lo hanno trascinato al successo e, quindi, vada in aula e non si sottragga al dibattito democratico parlamentare. Si assuma le proprie responsabilità e spieghi la vera natura di questo rabberciato governicchio che vede un cocktail inquietante di personaggi che non hanno nulla a che spartire. Lumia, Dell'Utri e Massimo Russo spieghino il motivo della loro ormai disvelata regia". Per l'ex governatore Totò Cuffaro, Lombardo deve dimettersi. "Se essere autonomisti significa fare quello che si vuole senza dar conto a nessuno - ha spiegato Cuffaro - Lombardo è certamente un autonomista. Ma non tiriamo in ballo la difesa dell'autonomia siciliana perché è solo una burla indecente". Secondo Pier Ferdinando Casini, che ha parlato ad Acireale, "Lombardo è allo sbando: è evidente a tutti". "Crediamo - ha aggiunto - che bisogni tornare a votare, che bisogna dare la parola ai siciliani". Per il segretario nazionale del Pd Dario Francescini, la crisi esplosa nel centrodestra "è la prima prova che quando si costruisce un'alleanza solo sulla spartizione del potere, su promesse reboanti per il sud, si fallisce. Si tratta - ha detto - di promesse tradite dopo un anno. Ogni cosa fatta in questo periodo è stata finanziata togliendo risorse ai Fondi Fas, cioè a strade, treni, infrastrutture, lavoro ".

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 5/31/2009

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