Sui sentieri della parola

Sui sentieri della parola Domenica 7 giugno 2009 Solennità della SS. Trinità Inizierò da questa domenica ad intrattenermi con voi, camminando lungo i sentieri della Parola di Dio che ci propone la Liturgia festiva. Mi è particolarmente caro innanzitutto, rendervi partecipi di un simpatico incontro che, in un certo senso, mi ha aiutato a meditare il Mistero della Santissima Trinità che, la Liturgia pone alla adorazione-contemplazione del popolo credente, in questa domenica che segue immediatamente la Solennità della Pentecoste. Martedì scorso ho ricevuto la visita di un’amica che non vedevo da qualche anno. L’ultima volta avevo conversato con lei ad un bar di Rinella. Ora ero su una panchina, dinanzi la Chiesa di San Giuseppe, con davanti gli occhi il meraviglioso scenario di Marina Corta. Ad un primo sguardo non mi sono accorto di nulla, ma poi è stato tutto subito chiaro! Abbigliamento più curato, un velo di prima abbronzatura e sempre quel “lui” che ritornava nel discorso… Non ci sono dubbi, la diagnosi è chiara: innamorata. Cotta. Dopo averle fatto da “cicerone” nell’antica città murata del Castello, l’ho accompagnata all’Aliscafo. Pensavo tra me e me: ma che bello! Com’è cambiata e com’è diversa! Quella sera, dopo cena, mi sono messo a meditare sulla festa di oggi: la Santissima Trinità. Mi sono tornate in mente le lezioni di teologia di don Simonato all’Istituto teologico “S. Tommaso” di Messina, i libri studiati al tempo del seminario e alcuni stralci del Omelie di San Josemaría Escrivá, oggetto di meditazione in questi ultimi anni. Ma l’immagine sorridente e trasognante di questa amica continuava a ronzarmi per la testa. Allora ho capito un po’ di più questa festa… . Anche noi, per davvero, potremmo essere diversi se ci lasciassimo stupire fino in fondo dal mistero della Trinità. Questa è una nuova occasione per provare a smascherare le false immagini di Dio che affollano la nostra fantasia religiosa e mettere in solaio quel volto vecchio e ammuffito di un Dio che dal suo trono maestoso progetta qualche infida sciagura per punire i nostri peccati. Lubrificati dal dono dello Spirito, lasciamoci convertire al Dio Trinitario, al Dio dell’amore che Gesù ci ha rivelato, a quel Dio che è amore, festa, incontro, relazione, amicizia, comunione, famiglia, danza! La festa della Trinità è l’esplosione della bellezza e della novità di Dio. Non accontentiamoci più di un “cattolicesimo minimo” e smettiamola di andare alla ricerca degli “scoop” miracolistici. A volte ho l’impressione che il nostro sia un cristianesimo annacquato che ha diluito la potenza della Parola con inutili sentimentalismi religiosi, che ha svuotato la novità di Gesù con forme ammuffite di buon senso, che ha barattato il coraggio dell’amore con il quieto vivere. Oggi la festa della Trinità ci riporta alle fondamenta della fede, alla scoperta di quel Dio dal respiro incandescente d’amore che crea e ricrea a Sua immagine e somiglianza. Saremo diversi come la mia amica innamorata cotta, saremo diversi perché scopriremo in noi quell’impronta, troveremo in noi tracce di quel DNA. Ci scopriremo amati per amare. Ci scopriremo vivi e con Sant’Agostino diremo a tutti: “Se vedi la Carità, vedi la Trinità” . Non è mai troppo tardi.

, a cura di Don Giuseppe Mirabito

Data notizia: 6/7/2009

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