Che spaccatura nel centrodestra siciliano

Che spaccatura nel centrodestra siciliano www.siciliainformazioni.com “Il nostro candidato alla Regione Sicilia è Raffaele Lombardo”, ha detto Totò Cuffaro, dopo l’incontro con Pierferdinando Casini ieri mattina. “ Speriamo sia il candidato di tutti", ha aggiunto. “Lombardo ha la capacità di rappresentare questa terra ed è un pezzo della nostra storia. Appoggeremo la candidatura di Lombardo in Sicilia. Ci presenteremo all’elettorato insieme, mantenendo entrambi i simboli”.E’ l’ultimo atto della crisi del centrodestra. Un epilogo scontato.Non è stata una separazione consensuale, né un divorzio fra l’Udc di Casini e Cuffaro, e il PDL del Cavaliere, ma qualcosa che sta nel mezzo. Le barche veleggiano ognuno per conto loro ma non mollano la cima, preoccupati di ciò che riserva il futuro. IL governo di centrodestra? O che cosa? Chissà che non ci sia un ripensamento, dunque. Da parte di chi? Di sicuro da parte dei siciliani di FI.A questo punto chi può ripensarci è solo Gianfranco Miccichè, che ha avuto tutto il partito siciliano con lui, ma ha incontrato una opposizione strenua nell’Udc e l’MPA siciliani. AN, l’altro braccio della coalizione di centrodestra, non è stato peraltro affatto neutrale, fin dal primo giorno ha sollecitato Micciché a tirarsi indietro per il bene della coalizione. Ed ora, addirittura, per bocca di Lo Porto, giudica “più attraente” la candidatura di Miccichè. Un mezzo schiaffo, insomma.Ma Miccichè ha ripetuto mille volte di essere già in campagna elettorale, di non avere nulla da ripensare.Muro contro muro.Nel braccio di fero con Cuffaro e Lombardo non c’stata storia, non ci sono stati margini, l’hanno capito anche gli sprovveduti che Totò Cuffaro non avrebbe mollato di un centimetro su tre questioni: il no alla candidatura di Miccichè, la successione di Lombardo e la sopravvivenza dello scudo crociato nella campagna elettorale. Era pensabile che dopo il patto di ferro stipulato a Caltanissetta fra UDC ed MPA all’insegna del ritorno della DC e della staffetta Cuffaro-Lombardo, venisse accettata una soluzione diversa in Sicilia?Che non ce ne fossero da tempo, l’ha capito Micciche. Questo spiegherebbe, secondo alcuni, il tentativo di sfondamento compiuto dal Presidente dell’Ars una decina di giorni or sono. Non avrebbe avuto scelta, insomma, dal momento che le carte erano state distribuite e quelle giuste non erano nelle sue mani.Tutto farebbe pensare, dunque, che si vada ad una doppia candidatura nell’area del centrodestra, ma non è affatto detto che Miccichè voglia arrivare fino in fondo. Finora ha puntato i piedi, ma ora qualunque cosa faccia, Lombardo resta il candidato dell’Udc e dell’MPA. Si misurerà con lui? Il vertice di FI ha manifestato fermezza. Alfano ha ripetuto dieci volte al giorno che FI non ha altro candidato che non sia Miccichè, e dopo di lui, uno dopo l’altro, i colonnelli del partito.La marcia indietro avrebbe del clamoroso. C’è ancora un margine tuttavia. Potrebbe essere tirato in ballo il bene della coalizione, il deus ex machina che permette una exit strategy onorevole. Le vicende siciliane, come si è sempre sostenuto da Siciliainformazioni, hanno influenzato la crisi romana. Casini ha dato la sensazione nelle ultime ore di volere raggiungere un compromesso a Roma con il PDL di Berlusconi, ma ha dovuto arrendersi di fronte all’irriducibile Cuffaro.Se avesse fatto altro, avrebbe spaccato il partito, anzi avrebbe provocato la sua dissoluzione. Non poteva certo permetterselo. Nei giorni scorsi, c’è stata la fuga dell’ala liberal con Baccini e Tabacci e la nascita del temibile concorrente di centro, la Rosa bianca. Ha assistito alla scelta di campo di Sabino Pezzotta, alla presa di distanza di Luca di Montezemolo, alla scomparsa di Monti, alla fuga delle teste d’uovo che con Pezzotta avrebbero dovuto dare smalto e prospettiva al cemtro. Tutto finito in poche ore. Berlusconi è stato insolitamente duro: o venite dentro e vi facciamo eleggere nel PDL o ve ne state per conto vostro. L’Udc siciliano non ha ripudiato il centrodestra, mentre il PDL ha ripudiato l’Udc. La Lega, infatti, ha ricevuto un trattamento di favore: resta fuori, ma collegata coin il PDL. Due pesi e due misure. www.siciliainformazioni.com

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 2/15/2008

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