Confraternite religiose eoliane

Confraternite religiose eoliane


Dal XII secolo ci furono nell’Europa cristiana un’alta diffusione di confraternite e pie associazioni per molteplici cause e motivi. Anzitutto la nascita dei “comuni” e la rivalutazione delle aree urbane con le loro attività commerciali e professionali che portò alla creazione delle “corporazioni” di arti e dei mestieri, nate all’ombra delle cattedrali, con propri santi protettori, propri statuti, insegne e abiti distintivi. Un altro motivo che spianò la loro rapida ascesa fu la crisi d’identità che investì il mondo cattolico, che, bisognoso di riavvicinarsi al popolo dei fedeli, fece perno sulle confraternite. Tali sodalizi portarono a un’intensa attività edificatoria di chiese, oratori e cappelle, ma anche all’esercizio di opere caritatevoli verso i più bisognosi. In oltre, le suddette associazioni cooperavano all’allestimento delle feste patronali e la loro pittoresca presenza vivacizzava liturgie e processioni. Nuova linfa vitale assunsero le confraternite all’indomani del Concilio di Trento (1545-1563), quando la Chiesa avvertì l’esigenza di un più esteso coinvolgimento del laicato, fu all’ora che la Santa Sede demandò ai vescovi la facoltà di approvare gli statuti assieme al compito di guidarle e vegliare sui loro comportamenti. A Lipari, dopo le due incursioni arabe del IX sec, che avevano lasciato l’isola semi deserta, fu possibile una vivace ripresa grazie all’esperienza organizzativa dei Benedettini, giunti nell’isola intorno al 1085.  In breve, edificarono il monastero e la chiesa abaziale, assegnarono i poderi ai coloni immigrati e favorirono l’impianto e la crescita di un villaggio detto di Terranova a Lipari. Nel momento in cui l’area edificabile al castello si andava esaurendo, si venne a formare un secondo insediamento, o borgo, sul costone di roccia che si eleva tra la Marina di San Giovanni e la baia di Portinente. Questo nucleo abitativo si disse “Sopra la Terra”. Si suppone che già tra i secoli XIII e XVI nacquero a Lipari le prime corporazioni di mestieri, ricondotte sotto il controllo religioso mediante le pie confraternite. Sino allo scorcio dell’Ottocento esisteva al castello una piccola chiesa, che i vescovi concessero alla direzione del domicilio coatto, edificio che per l’alto degrado fu poi demolito. Codesta chiesa era dedicata a Maria SS. Dell’Arco e agli SS. Giovanni Battista e Nicolò, probabilmente eretta prima del sacco del Barbarossa del 1544, in quanto già restaurata nel 1563. Le fonti storiche d’archivio riferiscono che nel 1565 la sua confraternita commissionò a Napoli una grande tavola raffigurante la Vergine Maria dell’Arco in mezzo ai SS. Giovanni Battista e Nicolò, oggi conservata presso la sacrestia della chiesa di San Pietro a Lipari. In un cartiglio, ai piedi della Vergine, si legge: 

“QUESTA CONA E’ STATA FACTA IN NAPOLI PER LI MASTRI ET GOVERNATORI DELLA CONFRATARIA DE SAN NICOLA DELLA FEDELISSIMA CITTA’ DE LIPARE PER MANO DE MARINO MAIORCA MAESTRO DE DETTA CONFRATARIA AGIUTATA DELLA ELEMOSINE PER MANO DE ANGELO VITIGLIANO NELL’ANNO 1565 NEL PRIMO DE APRILE”.
Allo stesso periodo risale anche la congregazione di Santa Maria della Porta, che promosse il restauro della suddetta chiesa nel 1563. Subito dopo il sacco turco, le prime confraternite ad essere ricostituite furono quelle di San Nicolò, per l’appunto, ma anche quella di San Giovanni Battista. Questi santi sono uno protettore di Bari e l’altro di Genova, rinomate città mercantili e da esse prendevano il nome la Marina di San Nicolò (oggi Marina Lunga) e la Marina di San Giovanni, (oggi Marina Corta). Le confraternite sorte dalla seconda metà del Cinquecento in poi furono molte, grazie anche al rinnovato clima religioso post concilio di Trento, come si è detto in precedenza. Solo per citarne alcune: Santa Maria della Porta (1593); del SS. Rosario (1613), fondata dal Vescovo Vidal per devolvere 42 onze all’anno per il sussidio delle fanciulle povere  in età da marito. Allo stesso anno risale la nascita delle confraternite dell’Addolorata o della Soledad, Santa Maria delle Grazie, Santa Caterina e Santa Maria dell’Itria. Fu nel 1693 che nacque la confraternita del santo patrono di Lipari San Bartolomeo, istituita dal vescovo Gaetano del Castillo (1691-1693), dopo il terremoto dell’undici gennaio del 1693, si trattava per lo più di una compagnia formata dai nobili dell’isola.
Lo storico Pietro Campis ne descrive l’originaria divisa: “Vestito ognuno di bianca veste talare, cinto al fianco del cordone porporino, con mantello di tarzanello rosso su le spalle, con cappello, guanti, scarpi dell’istesso colore e con torcia alle mani, parte nel suo colore candido e parte divisata di color rosso; il che tutto concorre a rendere questa compagnia assai maestosa nelle sue comparse, come s’osservò quando la prima volta uscì colle ditte sue insegne nella pubblica processione di san Bartolomeo alli 17 Giugno”. Al 1754 risale la confraternita del SS. Sacramento e San Girolamo che aveva la sua sede presso la chiesa di San Giuseppe, le fonti riferiscono che i congregati si vestivano con l’abito di rappresentanza, quando accompagnavano il Sacramento viatico agli infermi. Nel 1768 nasceva la congregazione di Nostra Donna del SS. Rosario, facente capo alla chiesa del SS. Rosario del Pozzo, ultimata nel 1771. A tale confraternita facevano parte gli artigiani e il loro statuto degli Onorati Artisti della Nobile e Fidelissima Città di Lipari fu approvato da mons. Vincenzo M. De Francisco (1753-1769) il 23 agosto del 1768. Dagli anni della Rivoluzione francese sino ai primi decenni dell’Italia unita, le confraternite non ebbero vita facile, dovendo subire ordinanze di scioglimento. Già nel 1839-44 il vescovo Giovanni M. Visconte Proto (1839-1844) fece ripristinare le confraternite di San Bartolomeo, San Giuseppe, dell’Addolorata, di san Pietro, della Madonna del Carmelo e della Madonna del Rosario. Nelle altre isole dell’arcipelago le confraternite sorsero dalla metà dell’Ottocento, ad esempio, tra il 1858 e il 1880 nacque a Malfa la Confraternita dell’Addolorata, nel 1887 nacquero a Santa Marina Salina l’omonima congregazione e nel 1888 quella dell’Addolorata. Al 1905 risale la fondazione della confraternita di Santo Stefano a Filicudi e al 1906 quella di San Giuseppe.
Le associazioni femminili furono istituite soltanto verso la metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, ad esempio, quella delle consorelle dell’Addolorata a Lipari, unitasi a quella maschile di seicentesca fondazione che assolve un ruolo molto importante, soprattutto nella preparazione delle solenni processioni della settimana santa.
Ancora oggi le confraternite sono custodi di antiche tradizioni ma, nonostante abbiano un alto numero d’iscritti, è fondamentale suscitare una maggiore e viva partecipazioni nelle nuove generazioni affinché possano tramandare ai posteri cotanta veneranda storia di devozione e spiritualità, tenendo desta la fede popolare.

di Melissa Prota



Data notizia: 1/8/2015

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