Parco, riflessione sullo sviluppo sostenibile (1)

Parco, riflessione sullo sviluppo sostenibile (1) Riceviamo da Tony Scontrino, presidente dell'associazione "Bluoltremare" e pubblichiamo: Caro direttore, ho partecipato al recente confronto sul Parco che si è tenuto a Lipari sabato 27 Luglio, e sono rimasto sbigottito dalle motivazioni che hanno indotto 4055 eoliani a dire NO al parco, sinceramente sentiti i pareri di tanti dei firmatari che si occupano di giri in barca, pescatori e coltivatori delle parti alte delle isole, l’associazione La Voce Eoliana ha fomentato tali persone raccontandogli divieti assurdi (direi di pura fantasia, tipica eoliana) che se sarà il caso sarò felice di raccontare. A parte questa nota polemica che mi stava a cuore raccontare vorrei fare delle considerazioni sul futuro Parco delle Eolie. Siamo tutti consapevoli che le caratteristiche di naturalità dell'Arcipelago hanno subito, nel corso degli anni, un notevole impoverimento. Negli ultimi anni stiamo assistendo, e i numeri sono testimoni, che la bellezza dei paesaggi, le caratteristiche geomorfologiche delle isole non bastano più per attrarre turisti e gli amministratori locali dovrebbero cominciare a riflettere. Le isole dove sono forti gli interessi economici hanno subito, e ancora oggi ne risentono, gravi conseguenze ambientali. Fino ad ora l'economia delle isole Eolie si è basata su "monoculture”, che però hanno causato notevoli problemi in quanto fondate su risorse limitate. L'agricoltura non può essere l'unica fonte di guadagno, come non lo possono essere la pesca o il turismo. Infatti nel corso della storia dell'Arcipelago si sono sempre verificati episodi che hanno compromesso la possibilità di sopravvivenza degli abitanti, con conseguenti emigrazioni degli eoliani verso paesi stranieri. Negli ultimi anni la "monocultura" economica è stata rappresentata dal turismo balneare di massa concentrato nei mesi estivi. Questo ha portato ad uno sviluppo veloce e diretto soprattutto di alcune categorie, ad esempio del settore edilizio, che negli anni passati è stato interessato da un notevole incremento ma che oggi inizia ad entrare in crisi: la sua crescita esponenziale e a volte indiscriminata non può però essere considerata compatibile con lo sviluppo sostenibile, data la limitatezza del territorio. La necessità di operare azioni di salvaguardia era apparsa evidente già negli anni ottanta, quando furono redatte le prime leggi regionali per l'istituzione di Riserve naturali. Alla solerzia del legislatore non era però seguita una rapida azione e così si è accresciuta la distanza tra teoria e realtà. Le Riserve delle isole Eolie esistono sulla carta dal 1981, ma anche la Riserva di Salina, istituita nel 1984, non ha realizzato nessuna delle opere previste ed è rimasta una serie di vincoli su un territorio che invece potrebbe avere notevoli potenzialità. La conservazione, nel caso dell'Arcipelago eoliano, non può essere disgiunta dallo sviluppo delle popolazioni residenti, ma vi è la necessità di svincolarsi da schemi precostituiti o realizzati in ambienti troppo diversi da quelli insulari. È necessario svolgere alcune azioni per imboccare la strada di uno sviluppo che sia veramente sostenibile e duraturo e la realizzazione delle Riserve naturali appare fondamentale all'interno di questo progetto. Il primo passo deve essere la sensibilizzazione degli abitanti sui problemi ambientali e sulla necessità di conservare le risorse naturali. Gli eoliani hanno il bisogno ed anche la voglia di conoscere meglio il loro territorio e di essere maggiormente coinvolti nelle decisioni che li riguardano. La necessità è quella di intraprendere azioni di sensibilizzazione, comprensione ed educazione ambientale che non rimangano sporadiche, ma che diventino qualcosa di continuativo e presente nella vita degli eoliani. E' importante che vi sia l'attenzione, da parte degli amministratori locali, alle esigenze della popolazione e quindi, in primo luogo, alla cura di strutture ed infrastrutture necessarie allo svolgersi delle normali attività di vita quotidiana, per arrivare poi a provvedere alla creazione di spazi e luoghi dove sia possibile, per adulti e bambini, avvicinarsi all'ambiente nel modo più completo e coinvolgente possibile. Le riserve non devono rimanere bei progetti sulla carta, ma bisogna realizzare tutte le strutture ad esse collegate (centri di accoglienza, segnaletiche, sentieri, laboratori multimediali...) per permetterne la fruibilità e per creare nuovi posti di lavoro per la popolazione. La creazione nella realtà delle riserve permetterà la destagionalizzazione del turismo e l'avvio di tipologie turistiche particolari (ad esempio il turismo naturalistico, gite scolastiche, vacanze scientifiche) più adatte alle caratteristiche delle isole. Le Riserve devono diventare un nuovo modo di concepire il rapporto tra l'uomo e il suo ambiente. Naturalmente non devono rappresentare anche queste una "monocultura": la Riserva non deve diventare il fine, come è capitato per tutte le altre attività, ma solo una chiave di lettura diversa della realtà territoriale. In questo senso tutti i settori economici tradizionali potranno essere recuperati e rilanciati e sarà anche possibile iniziare nuove attività. L'agricoltura si dovrebbe trasformare, nelle zone interne alle Riserve, utilizzando tecniche compatibili con l'ambiente e sfruttando la creazione di appositi marchi di qualità per i prodotti. È inutile tentare di tenere il passo con produzioni quantitativamente ed economicamente più vantaggiose realizzate in altri paesi. Le Eolie, nel campo dell'agricoltura e della produzione in generale, dovranno puntare su prodotti specifici ed appartenenti alla tradizione, coltivati con cura e con particolari tecniche. Non si parla di un ritorno alla preistoria, ma della necessità di coniugare tradizione con innovazione. Il settore della pesca, in crisi a causa della diminuzione delle disponibilità ittiche, sarà probabilmente aiutato da un'azione di salvaguardia delle risorse naturali. L'impoverimento delle risorse ittiche è stato causato principalmente da tecniche di pesca aggressive attuate da pescatori non dell'arcipelago. La creazione della riserva marina potrà invece determinare una situazione simile a quella di Ustica, in cui i permessi di pesca sono rilasciati a pescatori locali in grado di utilizzare metodi non aggressivi e rispettosi dei tempi di riproduzione delle diverse specie. Alcuni settori potranno subire una limitazione, come ad esempio quello edilizio, che però non avrebbe avuto molte prospettive anche senza l'istituzione delle riserve. Infatti il territorio di un'isola, in particolare poi quello delle isole Eolie, è per sua natura limitato e non può sopportare un'eccessiva pressione. Un settore redditizio per il futuro, nel campo dell'edilizia, è costituito dai restauri in stile eoliano effettuati sui tanti ruderi o case abbandonate che potrebbero essere poi riutilizzate. Molti infatti sono i possessori di seconde case alle Eolie e soprattutto molti turisti stranieri sono interessati all'acquisto o all'affitto di case in vecchio stile eoliano. Un altro aspetto su cui puntare per un futuro sostenibile delle Eolie è rappresentato da quello che viene definito "turismo culturale". Il recupero delle tradizioni, delle feste popolari, e della storia di queste terre è fondamentale sia per lo sviluppo economico che per il recupero, da parte degli isolani, dello spirito di appartenenza ad una terra. Il patrimonio culturale delle isole Eolie è di portata internazionale. segue

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 7/19/2010

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