Gazzetta del Sud
Mario Cavaleri
Palermo
Si approssima il redde rationem dentro il Pd siciliano, scosso dalle recenti vicende referendarie di Enna e Caltagirone e da una linea sempre ondivaga ...in attesa di eventi.
Contraddizioni esplose ieri nella riunione infuocata dei deputati regionali in cui ciascuno non le ha mandate a dire e lo stesso segretario regionale Giuseppe Lupo si è visto sotto tiro per come sono state gestite le due ultime situazioni: nel capoluogo ennese feudo di Mirello Crisafulli e nel comune patria di don Sturzo dove domenica prossima è attesa Rosi Bindi.
Due pesi e due misure, tali da provocare ulteriori motivi di tensione. Ma in fondo un pretesto per arrivare al dunque, sull'interrogativo che agita la stessa direzione nazionale: dove vuole andare il Pd?
Questa in sintesi la posizione dei deputati: a furia di farsi condizionare dagli integralisti intransingenti o da "capi" inossidabili interessati a strategie personalissime, si rischia di arrivare all'implosione. Non si può una settimana sì e l'altra pure rimettere in discussione i deliberati dell'assemblea e dello stesso gruppo parlamentare all'Ars che si sono ripetutamente espressi a favore dell'appoggio al governo di Raffaele Lombardo.
I deputati Roberto De Benedictis, Giuseppe Laccoto e Giuseppe Picciolo hanno così preannunciato una lettera aperta al leader Pierluigi Bersani. Vogliono che sul caso Sicilia ci sia una parola chiara della direzione nazionale per dire basta a questo tira e molla.
Questioni introdotte dal capogruppo Antonello Cracolici e affrontate negli interventi di Galvagno, Gucciardi, Speziale, Marziano, Lupo. Una carrellata sugli ultimi avvenimenti per registrare che la scelta della maggioranza del partito è bersaglio della minoranza interna, di contestazioni costanti dell'europarlamentare Rita Borsellino e della sinistra non rappresentata all'Ars, cioè Sel e Idv. Infine, a colmare la misura, i referendum spuntati come funghi.
I tre deputati diranno a Bersani che di questo passo il partito è allo sbando; si complica il dialogo in corso; si vanifica il percorso intrapreso di ridimensionamento del centrodestra; non si assecondano le riforme chieste e attese proprio da quella parte dell'elettorato che guarda al Pd; non si costruiscono intese di medio termine per le future competizioni elettorali.
Il segretario Lupo ha giustificato il commissariamento a Caltagirone (è stata disattesa la disposizione di non procedere col referendum) e non a Enna (partito spaccato e incomunicabilità tra le due componenti); ha cercato di stemperare gli animi, invitando e evitare fughe in avanti e ad attendere i primi esiti dalla presenza nel governo dei tecnici.
Ma per i più determinati, non è più il caso di temporeggiare.
Chiarezza subito, altrimenti... .
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 1/13/2011
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