Forbici e rimpasto in ottica Ars

Gazzetta del Sud Francesco Celi Tutto come previsto, stando ai nomi. Ma in realtà l'operazione politica decisa dal presidente Ricevuto d'intesa con i coordinatori del Pdl, Buzzanca e Corona, si inserisce in una cornice ben più ampia. Prospettica addirittura, giacché si proietta in ottica regionale: con l'aria che tira nel Pd, a Palermo la situazione potrebbe precipitare improvvisamente e dunque meglio preparare le batterie di fuoco in vista di un possibile voto per il rinnovo dell'Ars. Bisogna – si fa per dire – tagliare l'erba sotto i piedi agli avversari e, di converso, concimare i propri orti qualora si andasse al voto. Nulla si improvvisa. Gli assessorati provinciali sono i fronti lungo i quali le aspre campagne elettorali regionali si giocano, fanti, cingolati e contraerea vanno posizionati per guadagnare posizioni, captare consensi altrimenti non raggiungibili sul territorio. Il presidente Ricevuto, come già ampiamente preannunciato, ha revocato ieri le deleghe ai due assessori designati nel 2008 dal Movimento per l'autonomia, Gaetano Duca (Territorio e Aree protette, vicino all'on. Lo Monte) e Daniela Bruno (Politiche giovanili), e all'ormai ex pidiellino Pio Amadeo (Solidarietà sociale), che sabato – profittando della visita del presidente della Camera Gianfranco Fini in città – ufficializzerà la sua adesione a Futuro e libertà. Tra gli estromessi dall'esecutivo di Palazzo dei leoni, Pio Amadeo è per taluni aspetti l'esponente politico che più di ogni altro paga dazio. Proveniente dalle file di Alleanza nazionale, due anni è mezzo fa fece il pieno nella lista Pdl alle Amministrative: primo eletto in consiglio comunale con un profluvio di consensi, ben oltre mille. Venne premiato dal capocorrente, l'on. Santi Formica, con un assessorato alla Provincia. In realtà si presero due piccioni con una fava: Amadeo si dimise da consigliere comunale e consentì alla lista di attingere ai primi dei non eletti, giacché tra l'altro non fu l'unico tra coloro che incassarono straripanti consensi ad approdare in una delle due Giunte dei palazzi cittadini. La rottura con l'on. Formica pare sia causa della non coincidenza dei programmi del capocorrente e dell'ormai ex assessore provinciale, "reo" – comprenderà l'iperbole – di aver manifestato apertamente l'intenzione di candidarsi alle prossime Regionali. E così nel Pdl sono state azionate le forbici. Al posto di Formica, lunedì prossimo, entrerà in Giunta Salvatore Schembri, barcellonese, naturalmente vicino a Formica e dunque gradito al coordinatore Buzzanca, in passato componente di consigli di amministrazione di enti di sottogoverno e consigliere comunale nella città del Longano, nonché autista di Formica. Insomma, un uomo fidato dal quale non attendersi ambiziose fughe in avanti. Al taglio dei due esponenti dell'Mpa va invece data una lettura esclusivamente politica: non può esserci spazio – è quello che pensano i colonnelli del Pdl in provincia – ai lombardiani dal momento che nel governo regionale non c'è spazio per i berlusconiani. In questo contesto, al di là delle dichiarazioni di pace tra Lombardo e Buzzanca, i rapporti tra i vertici degli enti locali messinesi e il governatore non potranno non inasprirsi sempre più mano a mano che ci si avvicinerà alle elezioni regionali. Ciascuno, per quel che potrà fare, dovrà restringere gli spazi di manovra dell'altro. Speriamo non paghino dazio la città e le centinaia di persone colpite dall'alluvione del primo ottobre 2009. Giro di valzer – in realtà un giretto – in vista anche nell'Udc, area Naro. Si attendono le dimissioni dell'assessore all'Ambiente Pietro Petrella al quale subentrerà il barcellonese Carmelo Torre: già in Giunta a Palazzo dei leoni e vicepresidente del Cas, anche lui si piazza così sulla rampa di lancio in vista della Regionali. Sarà l'unico avvicendamento in un esecutivo formato da 13 assessori? Al momento sì. Poi, fors'anche a stretto giro, Ricevuto darà soddisfazione – sono queste le previsioni – alle richieste di rappresentatività avanzate dell'on. Corona, co-coordinatore del Pdl, o magari a quelle avanzate dalla corrente Beninati-Garofalo-Germanà, cui però l'ordinanza del Tar sulla nomina del Cda all'Iacp, per la cui presidenza è stato da tempo designato Nino Damiano, vicino ai tre parlamentari, potrebbe dare una mano togliendo le castagne dal fuoco a tutti. Ma un rimpasto ci sarà comunque.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 1/14/2011

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