Gazzetta del sud
Primo Romeo
Palermo
La procura regionale della Corte dei Conti per la Regione ha contestato in giudizio nel 2010 - con 108 atti di citazione in giudizio - un danno erariale di oltre 127,5 milioni (erano stati 34,5 milioni nel 2009). È quanto si evince dalla relazione del procuratore Guido Carlino in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, svoltasi ieri. Carlino ha parlato di «uno spaccato delle gestioni pubbliche, caratterizzato da carenza di legalità e da sostanziale non conformità di alcune condotte ai principi di efficacia, efficienza ed economicità dell'azione amministrativa». In particolare, numerosi risultano gli illeciti connessi alla gestione finanziaria, con un aumento dei debiti fuori bilancio, derivanti dall'inosservanza delle norme in materia di acquisizione di beni o servizi, inadeguata gestione dell'attività contrattuale nella pubblica amministrazione spesso costretta ad adempiere alle obbligazioni attraverso la nomina di commissari ad acta. E, ancora, illeciti nella gestione del personale, nell'affidamento di consulenze, illeciti amministrativi contabili connessi a reati di peculato, corruzione e concussione, nella formazione professionale. Segnalate anche citazioni in giudizio per il danno (oltre 37 milioni di euro) in relazione «all'ingiustificato potenziamento» del servizio di emergenza 118, e per il danno (oltre 30 milioni di euro), relativo agli indebiti rimborsi a case di cura private di Bagheria per prestazioni non previste; sono stati segnalati anche danni derivati in conseguenza di erronei interventi chirurgici, illeciti connessi alla gestione dei rifiuti, con riferimento ad ipotesi di dissesto gestionale degli Ato e alla frequente violazione delle regole di evidenza pubblica nella attività contrattuale e nella assunzione di personale.
Infine, illeciti nella gestione di società partecipate da enti pubblici, con particolare riferimento al reclutamento di personale in assenza di selezioni comparative trasparenti, necessarie per assicurare il rispetto dei principi di democrazia, efficienza ed imparzialità. In totale sono state aperte oltre 5900 istruttorie, espletati 2952 atti istruttori ed emessi inviti a dedurre per 169 persone per un danno erariale di 164 mln.
E sotto la lente di ingrandimento, un posto di rilievo l'ha avuto la Formazione professionale definita un «pozzo senza fondo, uno spaccato emblematico di irregolarità e abusi, un servizio di dubbia utilità». La Procura della Corte dei conti ha cercato di ricostruire, con un'indagine a tappeto, come vengono impiegate immense risorse finanziarie (da 200 a 300 milioni di euro all'anno) e come sono utilizzati migliaia di addetti con varie qualifiche e funzioni. Dall'indagine sono scaturiti numerosi giudizi di responsabilità. Due i più eclatanti. In un caso un ente di formazione è stato condannato a restituire 200 mila euro, in un altro caso gli amministratori di un ente sono stati citati per un danno di oltre un milione. Tra le irregolarità, oltre a assunzioni con titoli carenti, «infedeli rendicontazioni delle somme», appropriazioni di «economie di spese» che avrebbero dovuto essere restituite alla Regione o all'Unione europea. Ma l'irregolarità più diffusa è l'assenza di bilanci e la cerenza di contabilità. In queste condizioni non si capisce, ha osservato Carlino, come sia stato possibile continuare a erogare somme a enti che non hanno contabilizzato gli esercizi precedenti.
Per rimettere le cose a posto il procuratore ha auspicato una maggiore collaborazione con gli uffici regionali «non sempre costante anche per una continua rotazione dei responsabili del settore». Carlino ha infine chiesto una banca dati regionale degli allievi.
Secondo il presidente della sezione giurisdizionale Luciano Pagliaro a nuocere all'attività amministrativa è anche il momento di confusione politica.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 2/27/2011
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