Protezione Civile verso la paralisi

(AGI) - Roma, 24 ott. - La sentenza che ha portato alla condanna della commissione Grandi Rischi per quanto successo all'Aquila poco prima del terremoto del 2009 rischia di portare "alla paralisi delle attivita' di previsione e prevenzione, poiche' e' facile immaginare l'impatto di questa vicenda su tutti coloro che sono chiamati ad assumersi delle responsabilita' in questi settori considerati i pilastri di una moderna Protezione civile". E' l'allarme lanciato dalla stessa Protezione Civile, secondo cui la sentenza "tocca pesantemente altre realta' e professionalita' cardine del Servizio Nazionale della Protezione Civile: a partire dalle centinaia di tecnici dei Centri Funzionali e dei Centri di competenza che ogni giorno si occupano di monitorare, sorvegliare e valutare i fenomeni naturali al fine dell'allertamento delle amministrazioni e delle strutture operative; ma anche i moltissimi professionisti dei numerosi Ordini che gratuitamente e volontariamente mettono a disposizione il proprio tempo e la propria esperienza in emergenza". Non solo: secondo il Dipartimento di Protezione civile, con la sentenza emessa a L'Aquila "il rischio e' che si regredisca a oltre vent'anni fa, quando la protezione civile era solo soccorso e assistenza a emergenza avvenuta. Oppure che chi e' incaricato di valutare finisca per alzare l'allerta al massimo livello ogni qualvolta i modelli previsionali forniscano scenari diversificati, generando una crescita esponenziale di allarmi che provocheranno assoluta sfiducia nei confronti di chi li emette o situazioni di panico diffuso tra la popolazione". Gli avvocati difensori dei sette esperti della Commissione Grandi Rischi, condannati a sei anni di reclusione ciascuno, hanno previsto la fissazione del processo d'appello tra l'autunno e la fine del 2013. Intanto qualcuno, come l'avvocato Marcello Melandri, difensore di Enzo Boschi, ha annunciato di aver iniziato a lavorare sul ricorso. E' stato infine fissato al 22 gennaio 2013 il termine della presentazione da parte del giudice unico del Tribunale dell'Aquila, Marco Billi della motivazione della sentenza di condanna per omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni gravi. L'ufficio di presidenza della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi - formato dal presidente, Luciano Maiani, dal presidente emerito, Giuseppe Zamberletti, e dal vicepresidente, Mauro Rosi - ha rassegnato le dimissioni al presidente del Consiglio dei ministri. Il presidente Majani ritiene "che la situazione creatasi a seguito della sentenza sui fatti dell'Aquila sia incompatibile con un sereno ed efficace svolgimento dei compiti della Commissione e con il suo ruolo di alta consulenza nei confronti degli organi dello Stato". (AGI) .

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 10/24/2012

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