Gazzetta del Sud
L'ipertensione è ritenuta la prima causa di morte, perché favorisce complicazioni quali l'infarto, l'ictus, il danno renale e la morte prematura. Se ne è parlato in in incontro a Milano modertato dal giornalista Mario Pappagallo, in cui si è evidenziato che dei 15 milioni di ipertesi del nostro Paese (un milione e mezzo solo in Sicilia), almeno 3 milioni non sanno di esserlo, a causa del carattere asintomatico della patologia. Quattro pazienti su cinque non riescono a rientrare nei valori pressori ottimali indicati dall'Oms, ovvero al di sotto di 140 di massima e 90 di minima. "I dati più recenti mostrano che solo il 10-20% dei pazienti ha la pressione ben controllata" - afferma Giuseppe Mancia Direttore della Clinica Medica all'Università Bicocca - "il restante 80-90% non tiene sotto controllo la pressione per molteplici ragioni. Spesso queste persone neanche conoscono i valori ottimali. Il mancato controllo sulla pressione ha un forte impatto sull'incremento del rischio di patologie cardiovascolari e sulla progressione del danno d'organo. "Nei pazienti ipertesi le arterie sono danneggiate" - osserva il prof. Massimo Volpe, direttore di Cardiologia alla Spienza - "dunque tutti gli organi sono esposti al danno e a lungo andare, in mancanza di un controllo della pressione, i danni d'organo possono diventare irreversibili". Specie per cuore, cervello e reni. L'ipertensione è, insieme al diabete, il più frequente fattore di rischio per l'insufficienza renale. Adesso, grazie alla modulazione della renina nel punto di attivazione, si riesce con una nuova molecola, l'aliskiren, a ridurre in modo efficace la pressione arteriosa.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 3/21/2009
dalla nostra Daniela Bruzzone
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