Ultimatum a Lombardo ma salta tutto

Ultimatum a Lombardo ma salta tutto siciliainformazioni.com Salta tutto, le richieste del Pdl sono ben più gravose di quanto fosse apparso dopo l’incontro di Silvio Berlusconi con Raffaele Lombardo. Invece che mitigare le pretese, il Pdl le ha zavorrate. Non c’è stato un ripensamento da parte del Pdl, sono intervenuti nella trattativa coloro che non avevano partecipato all’incontro di Palazzo Grazioli.Berlusconi non era entrato nel dettaglio ed aveva affidato la definizione dell’accordo ai suoi uomini. Non solo ai coordinatori nazionali, ma anche ai coordinatori regionali ed agli altri leader regionali.Così si sono ingarbugliate le cose. Secondo quanto è trapelato nella tarda sera di ieri, il Pdl ha dettato le sue condizioni, che sarebbero le seguenti: Gaetano Armao, professore e amministrativista assai noto, dovrebbe uscire dalla giunta di governo dopo esservi entrato pochi giorni or sono. Stessa sorte potrebbe toccare a Gentile, ex AN. I magistrati Russo e Chinnici, già nominati, potrebbero rimanere dove sono ma ad un patto, che ci rimangano come espressione del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, indicati dal MPA, e non come tecnici. Su Bufardeci e Cimino, vice presidente e assessore al turismo il primo, titolare del bilancio il secondo, c’è il nulla-osta romano, possono restare dove sono, nessun divieto.Pollice verso su Dore Misuraca, ex capogruppo parlamentare FI all’Ars, il quale sostiene Armao; ok per Gianfranco Miccichè, che ha indicato Bufardeci e Cimino. E ancora: quattro o cinque assessori dovrebbero venire dalle due componenti della maggioranza, Pdl e Udc. Se saranno quattro i segnalati, il Pdl ne indica altri due (Leontini e Scoma?) e Gentile resta dentro la giunta, altrimenti deve fare spazio. I nomi proposti dal Pdl dovrebbero essere accettati a scatola chiusa, quelli dell’Udc possono essere oggetto di valutazione. Queste sarebbero le condizioni poste dal Pdl alcune ore dopo l’incontro romano, durante il quale Ignazio La Russa, contrariamente alle voci diffuse, non ha affatto perorato la causa di Nino Strano, raccomandato da Gianfranco Fini. Facendo un poco di conti, stando alle richieste fin qui formulate, il governatore non avrebbe la maggioranza in giunta. L’uscita di Gaetano Armao dalla giunta di governo, appare un macigno. Non solo perché Armao è vicino a Dore Misuraca, ma anche perché gode di molte buone relazioni ed è difficile che venga “rimosso”. Quanto a uno dei due magistrati, la dott.ssa Chinnici potrebbe uscire perché il Csm non è stato unanime nel concedere l’autorizzazione all’aspettativa. Ad aggravare il quadro politico, una notizia da Palazzo Madama. Mentre arrivavano sul tavolo di Palazzo d’Orleans le condizioni poste dal Pdl per “chiudere” la trattativa, il senato approvava la legge costituzionale che modifica una norma dello statuto speciale, segnatamente quella che permette di sfiduciare il presidente della Regione lasciando in piedi il Parlamento. Un altro segno inequivocabile delle posizioni assunte dal Pdl sul caso-Sicilia.Appare assai improbabile che Raffaele Lombardo accetti i “suggerimenti” del Pdl. Può accadere perciò che torni sulle sue decisioni iniziali, la formazione della giunta “con chi ci sta”. Questo fa rientrare in gioco quella parte del Pd che ha mantenuto i contatti con il presidente della regione, e cioè il presidente del gruppo parlamentare, Antonello Cracolici, il quale tra l’altro sta mettendo a punto una fondazione, Demos, acronimo che sta per “democratici per il sud”, una sorta di nuovo marchio che dovrebbe mettere insieme i siciliani che vogliono dare vita ad un movimento di tutela del Mezzogiorno. Non un partito, ma una lobby meridionale capace di raccogliere le volontà politiche comuni. L’iniziativa nasce in concomitanza di altre, di eguale tenore, che vengono soprattutto da ambienti della sinistra campana e dalla pugliese. Sul partito del sud si sono spesi finora sia Lombardo che il sottosegretario Miccichè. Annunci e proclami, finora, ma niente di concreto. Questa concomitanza di progetti attorno alla medesima questione, comunque, non appare casuale. Se lo fosse, non cambierebbe nulla, perché è destinata comunque a influenzare i movimenti d’opinione nati per riproporre la questione meridionale. (Editing: Giulio Giallombardo)

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 6/25/2009

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