Roma, Accademia di Francia Villa Medici
Trinità dei Monti, 1
INGRESSO LIBERO
Per la prima volta due dei maggiori esponenti del movimento artistico dell’Arte Povera, Germano Celant e Michelangelo Pistoletto, con Ludwik Flaszen, ideatore - insieme a Grotowski del teatro povero - si incontreranno, martedì 17 novembre 2009 alle ore 17.30 all’Accademia di Francia a Roma, per parlare della straordinaria stagione “rivoluzionaria” degli anni ’60, interrogandosi sul motivo per cui dopo l’impatto con la sua carica travolgente di idee nuove e dirompenti nulla è rimasto più lo stesso, né l’arte, né il teatro, né tanto meno la nostra società.
Due storici del teatro, Ferdinando Taviani e Franco Ruffini, che negli ultimi anni hanno contribuito con saggi e libri alla riflessione critica su Grotowski, dialogheranno con loro.
A far da guida in quello che promette essere un incontro storico, la giornalista e critica d’arte e di cinema de “L’espresso” Alessandra Mammì.
Nell’aprile del 1964, a Cracovia viene pubblicata in francese una raccolta di testi di Eugenio Barba e di Ludwik Flaszen (Cracovia, 1930) co-fondatore del Teatro Laboratorio, nonché di critiche polacche e straniere, dal titolo: Le Théâtre Laboratoire 13 Rzędów d’Opole ou le théâtre comme auto-pénétration collective. Sembra che proprio nel testo di Flaszen sullo spettacolo Akropolis, per la prima volta sia stato usato il termine di “teatro povero“, sviluppato in seguito e reso popolare da Grotowski.
Nel 1968 un critico d’arte italiano, Germano Celant (Genova, 1940), conia la definizione di "arte povera" per designare un gruppo di artisti italiani – Alighiero Boetti, Mario Merz, Gilberto Zorio, Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Penone, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Pino Pascali - destinati a riscuotere un grande successo internazionale negli anni successivi. Celant delinea la teoria e la fisionomia del movimento attraverso mostre e scritti come Conceptual Art, Arte Povera, Land Art del 1970. Per Celant, che ha dichiarato più volte d’aver preso il termine dal “teatro povero” di Grotowski, la nuova arte consiste essenzialmente «nel ridurre ai minimi termini, nell'impoverire i segni, per ridurli ai loro archetipi».
Tra il 1965 e il 1966 Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933), artista all’epoca attivo già da un decennio, produce un insieme di lavori intitolati Oggetti in meno, considerati basilari per la nascita dell’Arte Povera, movimento artistico di cui Pistoletto è animatore e protagonista. A partire dal 1967 realizza, fuori dai tradizionali spazi espositivi, azioni che rappresentano le prime manifestazioni di quella “collaborazione creativa” che Pistoletto svilupperà nel corso dei decenni successivi, mettendo in relazione artisti provenienti da diverse discipline e settori sempre più ampi della società.
L’Accademia di Francia a Roma partecipa, a una serie di eventi - in programma dal 26 ottobre al 17 novembre 2009 in vari luoghi della città – che vogliono rendere omaggio al grande artista polacco che ha rivoluzionato il teatro contemporaneo, a 10 anni dalla scomparsa a Pontedera e a 50 anni dalla fondazione del Teatro Laboratorio in Polonia.
Il Progetto Grotowski a Roma, curato dall’Istituto Polacco di Roma, e dal Teatro Ateneo - Centro di Ricerca sullo Spettacolo della Sapienza Università di Roma, con la collaborazione dell’Accademia di Francia a Roma - Villa Medici, si avvale del patrocinio del Comune di Roma.
, a cura di Alfredo Gennaro D'Agata
Data notizia: 11/4/2009
dalla nostra Daniela Bruzzone
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