"Collusioni con la mafia? Mi dimetterei"

"Collusioni con la mafia? Mi dimetterei" Gazzetta del Sud Domenico Calabrò CATANIA Vincenzo Morello, il temuto editorialista di Bagnara Calabra, noto come Rastignac, per l'autorevolezza di cui godeva, con un suo articolo faceva traballare governi o, addirittura, a contribuire alla loro caduta (come nel caso dell'esecutivo Giolitti). Ma accuse su scandali e su fatti veri e provati. Ai giorni nostri il governo della più grande Regione italiana, stava andando a carte quarantotto per una notizia non vera. Il governo stava per cadere l'altro ieri con la notizia diffusa dall'edicola giudiziaria della richiesta di arresto di Raffaele Lombardo che sarebbe stata avanzata dalla Procura; e stava per cadere anche il 29 marzo quando la notizia fuggita dalle segrete stanze, finì sulle colonne dei giornali per annunciare che Lombardo era indagato per mafia. La Procura ha fatto irruzione sulla scena per smentire e il governo è rimasto in sella. Il racconto irreale è dello stesso presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che all'indomani della turbolenza mediatica, ha incontrato i giornalisti per ribadire ai siciliani che nei suoi confronti è stata scatenata la reazione ("e le coincidenze sono talmente coincidenti che mi fanno pensare male", dice) da chi non accetta l'anomalia di un governo che va avanti per completare le riforme avviate; da chi avrebbe voluto ricomporre il Pdl approfittando della boutade giornalistico-giudiziaria e confermare la previsione che a novembre si andrebbe a votare per rimuovere l'anomalia siciliana. Un complotto, dunque? E' azzardato anche per Lombardo sostenere ciò e anche se lo pensa non lo dice. Certo è che comunque qualcosa non funziona e la prima cosa che chiede ai giudici è di fermare lo stillicidio di notizie "su questa, oserei dire, presunta inchiesta giudiziaria". Poi davanti ai giornalisti rilancia: si può andare avanti con scoop giornalistici e secche smentite? E' o non è un'indecenza? Non posso fare altro che chiedere di essere ulteriormente sentito dai magistrati, sui fatti rappresentati dalla stampa, che sono gli unici riferimenti sui quali posso interloquire, non sapendo altro. E dico ancora che questa presunta azione giudiziaria non ha precedenti in Italia e forse uguali al mondo eccezion fatta, forse, per qualche stato sudamericano, procedendo ciè con scoop e smentite. Guardiamo con grande rispetto verso un'istituzione che è presidio di democrazia, ma questo sistema finisce con l'interferire con la democrazia e con la politica. Non è possibile leggere sui giornali mie frasi virgolettate, della deposizione che ho reso in una stanza dove c'erano soltanto magistrati e un tecnico che registrava. I giornali come hanno avuto quelle frasi. Da chi? Se il giornalista nottetempo non ha sottratto dagli uffici i verbali, vuol dire che qualcuno glieli ha dati. E allora vuol dire che le carte sono molto poco coperte. Esiste la tutela per il cittadino che deve valere anche per il presidente della Regione Siciliana. Abbiamo rispetto per quei magistrati rigorosi, indipendenti e autonomi e lo sottolineeremo anche nella manifestazione con i quadri dirigenti dell'Mpa, domenica a Catania, e ringrazio tutti per la calorosa solidarietà espressa anche da siciliani di ogni parte. - Turbato nel governare in questo stato? «Totalmente sereno perchè stiamo determinando la svolta della Sicilia». - Complotto? «Notizie a orologeria con conseguenze benefiche per una parte politica». - E' dentro una congiura? «Sono a capo di un governo anomalo che determina con la sua durata anche la durata della legislatura nazionale». - I termovalorizzatori hanno determinato la reazione contro di lei? «Non io ho determinato la reazione per interrompere la commistione tra certa politica e affari. L'ho anticipato che me l'avrebbero fatta pagare». - A Palermo è stato interrogato sui termovalorizzatori, ovvero sull'affaire del secolo. E a Catania? «Non mi hanno interrogato. Anzi, mi auguro che mi sentano anche su questo argomento che nel Catanese non è marginale». - Col Pd quale rapporto? «Leale, improntato solo sull'esigenza di fare le riforme e non sul potere». - Ipotizza una collaborazione con Pdl e Udc? «Nessuna ripresa di collaborazione, nè con l'ala estremista del Pdl, nè con i loro gemelli siamesi dell'Udc. La differenza tra le due anime Pdl al momento non è marginale perchè Miccichè pretende che si sostenga il governo regionale in Sicilia mentre dall'altra parte si pretende che si dia addosso al governo». - Non è stato tenero con la Procura di Catania, chiede anche lei un'ispezione? «Ho esternato gratitudine per la smentita. Ma obiettivamente la fuga di notizie c'è. No, io non chiedo alcuna ispezione». - Nel caso si provasse la sua responsabilità nell'avere favorito la mafia, si dimetterebbe? «Non potrà essere provato alcunchè. Ma se qualcuno riuscisse a provare del mio consapevole sostegno alla mafia, un minuto prima della contestazione, saprò togliere il disturbo».

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 5/14/2010

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