Blocco Tir, Lombardo chiede confronto a Monti

Gazzetta del Sud Michele Cimino Palermo «La Regione è pronta a fare la propria parte», ha dichiarato il presidente della Regione Raffaele Lombardo a conclusione dell'incontro a Palazzo d'Orleans, presenti i prefetti di Palermo, Giuseppe Postiglione, e di Catania, Francesca Cannizzo, con la delegazione comprendente i promotori della rivolta che da cinque giorni sta paralizzando la Sicilia. E ha reso noto di aver subito chiesto «un confronto per iscritto a Monti, perché – ha spiegato – la gran parte delle rivendicazioni dei manifestanti, come il costo della benzina, non sono di nostra competenza». «Abbiamo avuto un lungo confronto – ha, quindi, ricordato Lombardo – con gli esponenti di questi movimenti su temi di drammatica attualità e complessità, aggravata dalla crisi economica e dal costo della manovra che si scarica sulle famiglie siciliane. Ecco perché – ha aggiunto – ci siamo impegnati ad intervenire pensando a delle agevolazioni per le categorie da parte della Serit e di Crias e di intervenire sul piano legislativo con un disegno di legge sul commercio». «Condividiamo le istanze della protesta – ha detto ancora Lombardo – ma non le forme e credo che i blocchi comincino a creare solo disagi per i siciliani. Per questo mi appello ai singoli manifestanti affinché si fermino al più presto e mi auguro che i blocchi siano rimossi, perché ritengo che adesso a pagare i disagi siano le famiglie e i produttori». In quanto alla denuncia del presidente di Confindustria-Sicilia circa la presenza di personaggi vicini a Cosa nostra ai posti di blocco Lombardo ha precisato: «Non sta a me appurare eventuali infiltrazioni mafiose nella manifestazione che da giorni sta interessando la Sicilia. Lo verificheranno le forze dell'ordine e i magistrati». Non la pensa così il capogruppo del Pd all'Ars Antonello Cracolici, per il quale «o i promotori della protesta prendono pubblicamente le distanze da personaggi legati alla criminalità che stanno cavalcando le manifestazioni, o con loro non ci potrà essere alcun dialogo». «Pur condividendo le perplessità e i timori di Confindustria nei confronti di una possibile strumentalizzazione e infiltrazione della malavita organizzata all'interno della protesta – ha aggiunto la capogruppo dell'Udc Giulia Adamo – riteniamo che sia opportuno ricordare che il fenomeno mafia non si nasconde dietro la piccola distribuzione, agricoltori o pescatori, bensì dietro grandi volumi, dietro quella grande distribuzione che ha messo in ginocchio un intero tessuto produttivo nella nostra Isola». «Credo che con il governo nazionale – ha rilevato, a sua volta, il capogruppo del Pid Rudy Maira – si debba intraprendere un'azione forte, che sia dirimente rispetto al riconoscimento di quote di accise da riversare nelle casse regionali ed abbia davanti parametri precisi: la Sicilia raffina oltre 50 milioni di tonnellate di greggio all'anno pari al 74% del totale del carburante consumato in Italia. Il governo Monti deve decidersi a dare applicazione all'art. 37 e 38 dello Statuto siciliano. La Sicilia non può più aspettare ed è corretto pensare ad una defiscalizzazione dei carburanti nella regione. A poco servono liberalizzazioni e misure per la competitività, se il governo mantiene il cappio alla Sicilia sul fronte del federalismo fiscale e dell'attuazione dello Statuto autonomistico». «È già scandaloso che in Sicilia – ha sottolineato l'assessore regionale al Turismo Daniele Tranchida - i costi del carburante, alle stelle, siano i più alti d'Italia, considerato che l'isola paga già un alto prezzo dal punto di vista paesaggistico, cosa che sicuramente danneggia anche il turismo, a causa delle varie raffinerie presenti sul territorio». Per l'assessore Tranchida, comunque,«è, sì, un duro colpo per l'intera economia regionale che, però, inevitabilmente, graverà sull'itera penisola. Sono in ginocchio – ha spiegato – tutti i settori produttivi, dall'agrumario al caseario, lo zootecnico, l'ortofrutticolo, l'artigianale. Le rivendicazioni sono serie e non c'è più tempo per provvedimenti temporanei». "La speranza – ha concluso Tranchida - è tutta nella forza che l'intero governo regionale metterà nel farsi portavoce e soggetto attivo delle qualificate ragioni e rivendicazioni di fondo che stanno alla base della protesta legittima e giustificata e che finora si è mantenuta entro i giusti limiti". «Il presidente della Regione Raffaele Lombardo avrebbe potuto evitare che si arrivasse allo sciopero, andando incontro alle istanze degli autotrasportatori come fatto dal Governo nazionale», ha sostenuto il deputato Vincenzo Garofalo (Pdl) componente della commissione trasporti Camera. «Se Lombardo fosse stato davvero attento alle richieste della categoria – prosegue Garofalo – avrebbe inserito tra i parametri per la concessione del credito d'imposta l'applicazione da parte dei beneficiari delle «Tariffe minime di trasporto» come richiesto dalla categoria ed evitato così il blocco che in Sicilia ha paralizzato il traffico delle merci per quattro giorni».

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 1/20/2012

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